Cos’è la tendinopatia e come si cura?

Che cos’è la tendinopatia? Perché si infiammano i tendini? Qual è la differenza tra tendinosi o tendinite?

Molti pazienti soffrono di problematiche a carico dei tendini. Alcuni con sintomi infiammatori, altri con sintomi cronico-degenerativi, altri ancora con dei sovraccarichi sportivi. Tutte queste condizioni rientrano nella grande categoria di disturbi chiamata “tendinopatia”, un termine generico che raggruppa qualsiasi sofferenza del tendine. Gli sportivi possono soffrire di dolori dovuti a sovraccarichi tendinei che, se sono eccessivi, possono causare infiammazione (chiamata grossolanamente tendinite). Se si sottovalutano i sintomi o si abusa di farmaci si corre il rischio di andare incontro ad un fenomeno di degenerazione tendinea che prende il nome di “tendinosi”. Ci si auspica sempre di poter intervenire col trattamento idoneo quando ci si trova nelle prime fasi della tendinopatia ma purtroppo spesse volte è necessario gestire un problema che lo sportivo si porta dietro da molto tempo.

Quanto dura la tendinopatia?

Un semplice sovraccarico tendineo si risolve nel giro di 2 settimane se correttamente gestito. Molto spesso però l’autogestione in questa fase iniziale non è ottimale quindi l’atleta si porta dietro il disturbo anche per settimane. Questo produce una serie di effetti negativi sia sul tendine, che invece di guarire rischia di degenerare, che sulla qualità del movimento, dal momento in cui ogni persona che ha dolore mette in atto una serie di adattamenti biomeccanici per poter sentire meno dolore e continuare le proprie attività (chiamati compensi). Pertanto l’atleta per continuare a giocare utilizza inconsciamente un atteggiamento posturale alterato che, col passare del tempo, rischia di produrre disturbi anche lontani dal problema iniziale. Valutare il problema al tendine non appena si presenta, gestirlo adeguatamente in tempi ridotti è consigliato da ogni professionista che lavora con sportivi: è l’unico modo per tornare in campo il prima possibile con la risoluzione completa del disturbo.

Problema al tendine nello sportivo: è corretto fermarsi?

La risposta corretta è dipende. Fermo restando che un tendine per guarire ha bisogno di movimento e che bloccare totalmente uno sportivo non è quasi mai un’ottima scelta, ci sono delle situazioni in cui la scelta è delicata. Se il problema al tendine non consente di praticare attività sportiva con la testa libera dalla “distrazione dolore” oppure se il giocatore non riesce ad eseguire dei gesti sportivi adeguati e fluidi allora è bene fermarsi, o meglio ancora rallentare. Il giocatore ed il fisioterapista cercano una soluzione per modulare il dolore per far proseguire gli allenamenti, seppur con qualche modifica. Dei tutori o del taping possono essere di grande aiuto nella gestione di questa particolare situazione.

Cosa prendere per la tendinopatia? Come si guarisce da una tendinosi?

Il trattamento farmacologico per una tendinopatia è quasi sempre sconsigliato, ma la valutazione è comunque di pertinenza medico-specialistica. Molte volte “nascondere” il dolore attraverso gli antidolorifici finisce per mascherare sintomi tendinei preziosi che ci consentono di prenderci cura del disturbo, che, se così non fosse, rischiano di degenerare irrimediabilmente. Ogni persona a contatto con sportivi sa bene che ci sono stati infortuni tendinei gravi (rotture complete) a seguito di dolori trascurati nei mesi precedenti. Mai sottovalutare i problemi tendinei, soprattutto se gestiti in autonomia in maniera grossolana.

Come si diagnostica una tendinopatia?

Una completa indagine anamnestica (raccolta di tutte le informazioni cliniche utili) e l’esame obiettivo sono due elementi indispensabili per definire una tendinopatia. Esistono anche delle indagini strumentali che possono aiutare il clinico alla formulazione della diagnosi funzionale come l’ecografia muscolo-tendinea e la risonanza magnetica. Durante l’esame obiettivo il fisioterapista attuerà dei test specifici, palperà con le dita il tendine e potrà far eseguire i gesti sportivi per valutare approfonditamente il dolore del giocatore.

Come si cura una tendinopatia?

Solamente al termine della valutazione il fisioterapista potrà proporre il migliore trattamento. Se sono presenti rigidità del tessuto mio-tendineo la Tecar Terapia è indicata, se invece si vuole dare uno stimolo di tipo rigenerativo si possono fare Limfa Therapy o FisioTone (Terapie che sfruttano i campi magnetici). Il Kinesio Taping è un grande alleato per poter far giocare l’atleta senza dolore. Se il distretto ha mancanza di forza si eseguono esercizi specifici di rinforzo volti anche alla prevenzione delle recidive. La gestione dell’atleta richiede, comunque sempre, di “cucire su misura” il trattamento in modo da individuare un piano terapeutico completo e articolato che punti alla risoluzione completa del disturbo.

A cura di Simone Varinelli.

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